Dall’inizio dell’anno l’Associazione Luca Coscioni si è rivolta pubblicamente ai Ministri dell’Ambiente, Ricerca scientifica e, soprattutto, Agricoltura, affinché venisse concessa la sperimentazione in campo aperto delle ricerca sulle modifiche del genoma vegetale portate avanti da un paio di atenei italiani. A fronte di un interesse manifestato direttamente dai tre Ministri non è stato mai creato il tavolo tecnico che potesse individuare i luoghi dove riso e susine potessero venir coltivate. La stagione della semina s’avvicina.
La tecnica dell’editing dei geni, nota anche come CRISPR Cas9, si è rapidamente guadagnata la reputazione di tecnologia rivoluzionaria ed economica. Se i primi esperimenti risalgono a 30 anni fa, è in particolare dal 2012 che questa tecnologia ha concorso a un avanzamento straordinario del progresso scientifico. Solo quest’anno, ci son state decine di scoperte dovute a CRISPR, ma né il G7 sulla scienza di Torino né quello sull’agricoltura di Bergamo ne hanno discusso. Le cose non migliorano purtroppo a livello internazionale, il 28 settembre scorso infatti, in seno alla Commissione Europea, il dibattito sulle “Moderne Biotechnologie in Agricoltura – Spianare la strada per un’innovazione responsabile” ha di nuovo riportato la lancetta ai giorni della proibizione imposta nei confronti delle colture trans-geniche.
Eppure, a metà settembre di quest’anno, la Corte di giustizia europea aveva reso un’interpretazione dell’articolo 34 del regolamento europeo 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati, nonché degli articoli 53 e 54 del regolamento n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali per la sicurezza alimentare chiarendo che il “principio di precauzione” non può esser invocato a giustificazione di divieti e limitazioni in assenza di evidenze scientifiche. Nessuno studio nazionale o internazionale ha mai dimostrato la pericolosità degli OGM.
Ci troviamo quindi davanti a una doppia immobilità delle istituzioni, da una parte non si fa tesoro delle decisioni della Corte del Lussemburgo, dall’altra non si vuole investire, anche pochi soldi, per acquisire informazioni circa la bontà degli studi su piante cis-geniche portati avan nelle università italiane. Nel nostro paese le ricerche con CRISPR sono possibili e finanziate (con pochissimi soldi) anche dal Governo, quel che però non è ancora stato consentito è la sperimentazione in campo aperto del frutto di queste ricerche, una decisione in questi giorni potrebbe consentire una semina già ad aprile.
Se invece i Ministri Galletti e Martina continueranno a tenere ostaggio il progresso scientifico in Italia, la competitività della nostra agricoltura sarà ulteriormente penalizzata.